martedì 16 settembre 2014

scritti soggetti a modifiche (come sempre)


pag. 130

Livio intervenne.
 Stai lì buono, Livio. Ormai non ci penso nemmeno più.
 Fosse successo a me! - replicò lui.
 E sia - disse Giulia; quindi volgendosi verso il suo amico: - Ho visto un volo a centocinquanta sterline, se prenoto adesso non spenderei tantissimo; ma non so se sarei disposta a scendere.
Te lo pago io. E te lo pago volentieri.
 Centocinquanta sterline!!!... - esclamò Giulia. - Centocinquanta sterline che se cambio idea, come spesso succede,  puoi perdere!
 Le perdite non esistono - rispose con gentilezza Livio.
-          Dai, non scherziamo, avevo promesso che non sarei scesa in Italia per un po’.
 Un indovino come me non scherza mai quando si tratta di fantasticare - replicò
 - Io prenoto quel volo  e so che vi rivedrete, so che lui è venuto a cercarti a Trieste e che è andato a New York, ha trovato Moore, e tu tornerai a Milano e invertirai la serie di eventi così come li hai lasciati l’ultima volta. Che ne pensi?

La valigia era pronta. Giulia mise il passaporto nella tasca interna della borsa, ripose le pantofole nell’armadio,  prese la giacca a vento, si infilò le scarpe e legò i capelli. Livio aveva stampato il biglietto, preso le chiavi dell’auto e si era avviato alla porta. I due si guardarono un istante prima che Giulia ricontrollasse che in valigia ci fosse il necessario per il viaggio, tormentava gli anelli intorno alle dita e trascinava avanti e indietro il bagaglio a mano lungo il pavimento dell’ingresso. Non aveva usato la valigia dall’anno prima, da quando si era trasferita a casa di Livio.

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