Ci sono una serie di desideri qui dentro e sono l’uno
concatenato con l’altro. Per queste strade d’inverno, camminando verso casa,
penso al trasloco a Berlino, a Buenos Aires, alle lingue che voglio imparare
prima di cambiare ancora paese, e in fondo, so che riuscirò. Non saprei quanto
tempo mi servirà, ma sto lavorando alla mia felicità ogni giorno. Poi penso ad
una persona. Me la immagino mentre guida o parla e mi dico subito, che io, in
realtà, di questi, non so nulla. E allora non immaginiamo niente e non scriviamogli
nemmeno, via.. Poi c’è la lingua; non posso lasciare questo paese senza averla
imparata decentemente. E poi, l’ Europa, come potrei lasciarla? Ma sì, ci sarà
sempre una qualche nuova avventura ad aspettarmi. Ma io sono in giro e qui fa
freddo. Ho visto che per venerdì prossimo danno neve. Un terzo desiderio. Ho risolto
i miei fastidi di salute più grossi e non ho più nostalgia per l’Italia - da
anni- e non mi sogno di tornare. A volte mi prende un qualcosa qui al petto, e
mi sento il cuore ammaccato come i cachi del Rewe. -La mia bicicletta è ancora
qui; quando stavo a Buenos Aires, continuavo a pensarci, immaginavo me l’avrebbero
rubata. Ma questo paese è tanto tranquillo -anche troppo, per me. Berlino
allora. La bicicletta è lì, irrigidita anche lei dal freddo, contro il
cancello. –DDDio-. –penso senza poter aprire bocca- siamo a zero gradi. Per fortuna
Steve mi ha aiutato a fare la spesa. Ho comprato il polpo e due chili di angus
argentino. Se lo sapessero i coinquilini vegani…-
Poi entro a casa e vedo tutto pulito e in ordine. Sì, da me. Tutto bene. Penso alla coinquilina tornata a Sidney e al suo incredibile viaggio in stand by: 3 giorni , 3 continenti. Svanirò anch’io in un giorno di primavera del 2015; tornerò a Buenos Aires o il futuro sarà un mistero anche per me? E intanto si scende sempre di più sotto lo zero…
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