Oggi, dato che l’influenza mi tiene a letto, ritorno alla
scrivania e penso ai giorni in cui, con determinazione luminosa, quella dei testardi, scrivevo senza sosta per
ore e passavo tutto il suo tempo libero a leggere, a cercare riviste in
libreria, a disordinare la stanza di libri antichi o usati, a tradurre in
italiano dal portoghese o cercare romanzi in pdf in inglese, e poi le memorizzavo
al computer – ma dove li ho messi?
Io che potrei scrivere a ruota libera, tanto nessuno mi
chiederebbe – l’hai finito?- mi chiedo perché a volte smetto. Disegno, lavoro,
tentativi di socialità.
Quando iniziai la storia di Giulia pensavo che l’avrei chiusa
in poco tempo, ovvero che passata la sinusite di allora avrei fatto altro- disegnare- Frequentavo abitualmente la SSLMIT come mai
ero riuscita a frequentare la Statale negli anni precedenti- a proposito, sono
passati 9 anni.
Ora
mi sembra che tutto possa ricominciare da capo, con finali diversi, con incontri ispirati
dalle coincidenze assurde dei giorni di casualità per cui sono famosa.
Avere l' idea di andare in vacanza a novembre , con il permesso di unpaid vacation, per galleggiare per le avenide di Baires – forse dovrei dire
che alla fine, quel
piano senza senso, è stato proprio quello che mi ha salvato? Quando leggo di Giulia e Filippo, è come sedersi a tavola con vecchi amici - e mi viene da chiedere -ma
allora, come finisce?
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