Era evidente che fosse interessato a lei più di qualunque
altra persona e lì, sulla prima pagina del menu, si raccoglievano le speranze
di un cuore eccezionale la cui forte speranza lo spingeva sempre oltre. Le
pagine si sfogliavano con piacere e Giulia le girava con brama, come se avesse tra
le mani un fossile antico e prezioso che ricomponeva un’eredità storica entro una
magnifica cornice. Era incantata. Il maitre agitava le mani come per dirle di
sfogliare le pagine, un altro cameriere teneva gli occhi aperti in modo
esagerato, Giulia girava le pagine da destra a sinistra scrutandole dall’alto
in basso, tutto il suo corpo manifestava uno stupore senza limiti, si era
trovata partecipe di una collezione preziosa di viaggi, cacce al tesoro, storie,
racconti, e una dichiarazione, nella lettura stava cambiando ancora e forse non
sarebbe più guarita da quella metamorfosi. Si pensi ad un cuore come un
gendarme, improvvisamente sciolto dei propri strati, costretto a cambiare per
adeguarsi ai mutamenti- tornerà indenne dal viaggio, o smarrito, rinascerà
dalle proprie ceneri per opera di un cuore più ostinato che la tocca
intimamente con passione?
Due prospettive aveva davanti, due prospettive che si
confondevano: una di queste, era continuare la propria vita così come la disegnava
per se stessa, una prospettiva basata sull’arte, sì, ma anche su di un rigore
che seguiva i dettami della testa; era una vita sicura, di energie che le arrivavano
dal di fuori e avvenivano e rimanevano nel cervello; l’altra, ignota, le dava il brivido
dell’orizzonte, di qualcosa di enigmatico. E sarebbe stato ancora così, finché
non avesse rivisto Filippo.
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