domenica 4 novembre 2012

Giulia


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Da una parte sorgono torri, e più che osservatori sul mondo sono casseforti delle mia fantasia. Del cavaliere, ho sempre detto di non volerne sapere nulla; a lui, la guerra.
Quanto alla castellana, che per luoghi dispersi, lande, boschi, viaggia, per castelli, nuovi villaggi, e silenziosi conventi (ovvero: l’interno del suo spirito), lei incontra personaggi: autentici e simbolici.

Infinite storie si narrano dentro di me, e i personaggi sono uniti tra loro.
Nel ricordo, nella tenerezza; nella fantasticheria, nella nostalgia che provo, ogni giorno le storie tornano: non c’è  fantasticheria che si disperda, né ricordo dileguato, e la mia storia, vissuta, insieme al percorso immaginato, è traboccante di magia e di inganni, di foglie the, di amore, di mattine estive e di penombre invernali. Hah, chi sa se debba affrettarmi a pungolare la fantasia  con il solo scopo dei viaggi simbolici (Qualcosa che io chiamerei arte?) o se valga la pena stimolare la vita vera per creare, per lasciare dietro di me‚ un’eredità (qualcosa che chiamano amore?).

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