Non ti conosco abbastanza e non distribuisco vademecum su
come si debba vivere, ma ripensare a quello che dicevi in merito alla tua arte,
al tuo sentirti inutile è stata un’esperienza sufficientemente rivelatrice sulla
persona che io sono- o che sono stata, una Eva-uscente.
Probabilmente qui , non interloquisco con te, Serena, ma
allo specchio che rappresenti per me. Quindi, se le mie parole circa la necessità dell’arte, e il sentirsi
inutili sembreranno espresse con disinvoltura, non sarà merito (o soltanto)
dell’empatia, né saranno dettate da alcuna competenza in materia di anime
affini. No. È un pensiero che ho per me e con me, in cui mi
rivolgo ad un interlocutore- e ripeto, non per distribuire consigli, io appello
l’infinito che è in me, perché sono un essere umano.
Come essere vivente ho bisogno di beni di prima necessità.
Mangiare, bere, dormire, per intenderci.
Io conosco il mio dentro e so di aver bisogno anche di scrivere, di
ascoltare, di chiedere, di imparare, di vedere, di provare. Ho bisogno di
vivere.
Se colloco l’arte come bisogno primario e appago il mio
spirito, non facendo, ma seguendolo,
so di aver assunto su di me, di aver adempiuto, l’Impegno.
Quando fuggo - stordita dallangoscia di essere entrata
in campi che non mi appartengono – so che sto sprofondando; e non fuggo dall’Impegno,
io fuggo da me stessa.
Io, non ho capito nulla di te, né dei tuoi desideri, nulla
so della tua ricerca di infinto- anche per me, la ricerca dell’infinito è un
mistero insondabile ma a cui torno prepotentemente quando scrivo, quando
rispondo. E l’atto creativo confonde, turba e conquista. Perciò tienitelo bene
a mente. Non pensare che sia facile. L’arte è difficile perché è imprescindibile.
Non stai facendo, ma vedi di correre
dietro con una puntualità da assistente all’Impegno che hai su di te.
Se hai intravisto una spiritualità, un orizzonte, vedrai che
hai un Impegno, e te stessa , un giorno, insegnerà qualcosa alla Serena che ora
nulla sa dell’ ignoto – ignoto è per definizione- ma che probabilmente riposa
in lei, trascurato, abbandonato.
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