mercoledì 12 dicembre 2012

Laura.


Amica mia,
Ti penso, tanto. Ti scrivo per assicurarmi di aver comunicato tutto l’affetto che ho in corpo e che provo per te. Tu sei una persona forte, e non hai bisogno di garanzie sentimentali; tu vivi, impari e insegni senza demordere mai, ormai sei un ottimo adulto. Ti conosco da una vita -se 27 anni fanno una vita- e il Bene che provo per te, cresce. Ti sono molto riconoscente, sei la garanzia che io sia amata e tu sai bene cosa voglio dire. Sei stata la pace quando non sapevo neanche più come chiedere aiuto. Ti ho confidato tutto, credo, e non mi hai mai negato appoggio, né approvazione. Mi hai sempre amato, ancora prima di capirmi. Io non so più, quando si tratta di te, se io mi sforzi di capirti, non mi metto neanche più nei tuoi panni per cercare di immaginare i contesti che vivi, le persone che incontri, sono con te e basta; non contestualizzo, mi schiero dalla tua e sono diventata piuttosto faziosa. Non chiedermi opinioni, non chiedermi se hai agito bene o male, perché sono categorie scomparse dalla mia mentalità. Ti sento sempre vicina e spero che anche tu sappia che io sono sempre con te. Ho deciso che non posso abbattermi: ho preso un impegno. Così come sto male io a saperti triste, ho contratto una responsabilità nei tuoi confronti, e faccio del mio meglio per oppormi sempre, comunque, inequivocabilmente a qualsiasi impaccio- emotivo, fisico, materiale- perché so che avresti di che addolorarti a sapermi infelice. La cosa che mi renderebbe più triste è saperti distante. Non ci vediamo mai ma so che siamo vicine- lo so. E allora non posso permettermi di cadere. Noi siamo un mistero, solo chi è un buon amico può comprenderlo.

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