mercoledì 26 dicembre 2012

Vorrei assomigliare a te.


Ti voglio bene.  Non so cosa dovrò fare per vivere- mi sembra di non sapere nulla mai, e persino i libri, cassaforte di certezze, a volte, quando li apro per distrarmi e leggere, mi pare si sfaldino di lettere, di senso, di messaggi,  mi pare che non ci sia più nulla, se non una pagina da riscrivere -(ma allora dov'era il messaggio già scritto, e perché tocca a me farlo?)
Spesso, le agende, su cui avevo segnato progetti – agende su cui so di aver scritto pensieri, appuntamenti, progetti- perdono anch'esse di senso. Tu sai come funziona la rosa dei venti, sai come leggere il vento, forse?  E molte volte mi affido a te, più con trasporto che con bisogno di certezze. So che fisiologicamente  non puoi essere invincibile, e che non siamo concepiti per essere immortali: so, con consapevolezza più che con orrore, che non saremo qui per sempre. A volte ho paura di perderti e spero che tu goda di tutta la salute necessaria per vivere.  Tu sei la mia famiglia,o almeno, sei la famiglia che ho scelto, e che ha voluto adottarmi. Mi basta sapere che tu stia bene e spesso, per me, vale tutto. Mi chiedo dove trovi sempre il tempo per scrivermi; a volte sei stanca- a volte sei stanco- e avresti buoni motivi per demoralizzarti –ma non lo fai mai, e per me, la forza la trovi sempre; ed io, per te, faccio lo stesso? Vorrei assomigliare a te, vorrei essere per te, la Forza, il corrispettivo speculare emotivo di cui hai bisogno per vivere. Ho bisogno di te, perché sei la famiglia che ho scelto.

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