giovedì 14 febbraio 2013

L'educazione alla gioia, pag.99


La guardava come si controlla l’orario quando non si capisce quale sia la lancetta dei minuti e delle ore: con attenzione. Era come se l’orario che vedeva fosse corretto, ma che l'orologio si fosse interrotto di qualche anno, ed era fortuna soltanto se l’orario fosse corretto- era il momento giusto per guardarlo- e quando si avvicinò loro per parlare con lei, gli sembrò che il tempo non esistesse.
Molti anni dopo, quando sarebbe andato a trovarla a casa, Guido si sarebbe ricordato di quella sera in cui un suo amico lo aveva costretto ad andare a ballare al Surfer’s Den- quando lui, non ne aveva proprio voglia. Guido era una persona tranquilla. Alto e magro e portava il cappello dai tempi dell’Accademia; socievole, era l’amico di tutti a Brera, ma lui, che aveva inteso tutto di Giulia e di Marcello, e a cui si era affezionato, aveva sempre sperato in loro, come innamorati.
La conosceva come si conosce una poesia a memoria, e più la guardava, più gli sembrava di ricordare episodi legati a lei.

Non è successo niente di straordinario, diceva Filippo tra sé, eppure la vicenda era fuori dal comune. Il fatto è che il piacere di trovarsi era sincero; non erano più riusciti a vedersi dopo l’Accademia, impossibilitati dalla lontananza, dal lavoro, dalla distanza -nel tempo, più che dello spazio- soprattutto. Lì, si erano ricordati di com'era abbracciare l’altro, della voce dell’altro, del profumo, dei colori, dei gesti. Avevano dimenticato, per esempio, che l’altro esisteva per davvero, e non solo nei ricordi, e più l’altro si manifestava nella voce, nei gesti, nel profumo, e più la testa ricordava o esigeva di non smettere, nonostante fosse tardi ed entrambi stanchi.  Filippo aveva finito di mangiare ma gli parse di non aver assimilato niente, constatava una familiarità tra i due che quasi si sentì distante chilometri da Giulia. Si presentò a Guido, e questi, lo abbracciò come si abbraccia, dopo una vittoria, un altro concorrente. Con quella uscita accidentale Guido aveva recuperato: un’amica, bellissimi ricordi, allegri e nitidi, ma anche una realtà, quella di far ritrovare Giulia e Marcello.
I due parlavano, Giulia e Guido, ma, parlavano il loro proprio linguaggio, e anche se si rivolgevano a Filippo, raccontando la loro storia, gli sembrò difficile seguire i loro racconti.

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