La guardava come si controlla
l’orario quando non si capisce quale sia la lancetta dei minuti e delle ore:
con attenzione. Era come se l’orario che vedeva fosse corretto, ma che
l'orologio si fosse interrotto di qualche anno, ed era fortuna soltanto se l’orario
fosse corretto- era il momento giusto per guardarlo- e quando si avvicinò loro
per parlare con lei, gli sembrò che il tempo non esistesse.
Molti anni dopo, quando
sarebbe andato a trovarla a casa, Guido si sarebbe ricordato di quella sera in
cui un suo amico lo aveva costretto ad andare a ballare al Surfer’s Den- quando
lui, non ne aveva proprio voglia. Guido era una persona tranquilla. Alto e
magro e portava il cappello dai tempi dell’Accademia; socievole, era l’amico di
tutti a Brera, ma lui, che aveva inteso tutto di Giulia e di Marcello, e a cui si
era affezionato, aveva sempre sperato in loro, come innamorati.
La conosceva come si conosce
una poesia a memoria, e più la guardava, più gli sembrava di ricordare episodi
legati a lei.
Non è successo niente di straordinario, diceva Filippo tra sé, eppure la vicenda era fuori
dal comune. Il fatto è che il piacere di trovarsi era sincero; non erano più
riusciti a vedersi dopo l’Accademia, impossibilitati dalla lontananza, dal
lavoro, dalla distanza -nel tempo, più che dello spazio- soprattutto. Lì, si erano
ricordati di com'era abbracciare l’altro, della voce dell’altro, del profumo, dei
colori, dei gesti. Avevano dimenticato, per esempio, che l’altro esisteva per davvero,
e non solo nei ricordi, e più l’altro si manifestava nella voce, nei gesti, nel
profumo, e più la testa ricordava o esigeva di non smettere, nonostante fosse
tardi ed entrambi stanchi. Filippo aveva
finito di mangiare ma gli parse di non aver assimilato niente, constatava una
familiarità tra i due che quasi si sentì distante chilometri da Giulia. Si presentò
a Guido, e questi, lo abbracciò come si abbraccia, dopo una vittoria, un altro
concorrente. Con quella uscita accidentale Guido aveva recuperato: un’amica, bellissimi
ricordi, allegri e nitidi, ma anche una realtà, quella di far ritrovare Giulia
e Marcello.
I due parlavano, Giulia e
Guido, ma, parlavano il loro proprio
linguaggio, e anche se si rivolgevano a Filippo, raccontando la loro storia, gli
sembrò difficile seguire i loro racconti.
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