Presto, avremo il potere di ammirare nelle nostre opere l’eccellenza che ci proponiamo. Ora, patiamo gli impedimenti dei nostri spiriti, dell’epoca, dell’ottusità di alcuni e della debolezza di tanti; ma vedi, ci si può frapporre terra, mare e ottusità, che non faremo cenno di interesse né renderemo degno di concetto di interesse quello che eccellenza non è. Del tuo valore, io vedo già la matrice, agli altri rimarrà da interpretarne il segno; ma ci arriveranno, un giorno, lo so.
Ogni nostra opera, di musica, di disegno, o di poesia, dettata da un intento qualsiasi dello spirito, non si giudica dalla qualità della forma, di per sé incommensurabile, a meno che non sia una patacca evidente, quanto dall’effetto che produce nell’animo di chi legge.
Dimmi, amica mia, amico mio, in che modo possiamo sortire quell’effetto di eccellenza che il cuore e l'immaginazione merita di penetrare quando guarda?
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