Scrivere, arte o esercizio che sia, implica disciplina,
applicazione, dedizione, amore; riprendo il blog. Marta Zacchigna mi ha
esortato a parlare, Roberto Srelz a continuare. Che dire, mi sono presa una
pausa o aspettavo di avere qualcosa da dire; forse, pensare che avrei avuto qualcosa
di mio da leggere o da far leggere mi ha sedotto più di qualsiasi
incoraggiamento esterno.
Le parole conferiscono immortalità al pensiero, ma non è
all’eterno che ambisco; l'appello che faccio all’infinito è per chiedere un dialogo;
quando possibile, vorrei interazione con te, te che leggi. Sarebbe bello.
Scrivo per vedere come resisto alle furie del mio spirito e
agli azzardi del vivere. Chi sa che non sofistichi una dimensione strategica
nello scrivere, e che da lì trasponga una grandezza espressiva anche nel mio
quotidiano- nel parlare, nel vivere; ho necessità di conferire un nuovo ordine ai
giochi del pensiero che per la ricchezza dei mutamenti del tempo, degli eventi,
dello spirito, mi sfuggono. Auspico incontri straordinari, e schemi di apertura
mentali innovativi. E forse, ho bisogno di te.
Miriana si avvicinò al signore con la valigetta. Non era un estraneo per lei. – E’ vero che ci tieni il tuo cuore? Le sorrise e aprì la valigetta. C’era molto di più, come lei aveva sempre saputo. C’era anche una scatola regalo e un digiscritto. Il signore con la valigetta prese delicatamente tra le mani quei fogli ormai consumati. – E’ tutto ciò che ho di Lei. Non ho mai smesso di leggerli. E forse, ho bisogno di Lei.
RispondiEliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiElimina