sabato 28 febbraio 2015

quattro settimane di fisioterapia

Forse dovrei smettere di ascoltare Cat Power o Nina Simone. Arne dice che lui non riesce ad essere triste, mai. Laura dice che è normale, le persone più sensibili a volte, lo sono. Nora mi ha detto che essendo io sensibile ... io odio essere sensibile. Odio commuovermi per le cose più piccole, provare sentimenti genuini come se guardassi ogni giorno come se fosse il primo. Odio i miei ricordi perché li vivo intensamente.


Il mio tempo è limitato e il the si sta raffreddando.

La tentazione di prenotare un volo per Roma o Buenos Aires è forte. Vorrei essere ovunque e al contempo in un non spazio. Vorrei poter non essere ma esserci (da sein).

Credo mi manchi mia nonna, è quasi un anno dalla sua scomparsa...

Sì, forse dovrei smettere di ascoltare Cat Power.

Ho bisogno di vedere Laura, del cicaleccio dell'italiano felice, di vedere il sole (di vedere il sole) che batte contro gli edifici storici del Caffè degli Specchi.

Che voglia di correre, di nuotare, di non essere, di sentirmi a casa.

lunedì 2 febbraio 2015

pag 169

Era evidente che fosse interessato a lei più di qualunque altra persona e lì, sulla prima pagina del menu, si raccoglievano le speranze di un cuore eccezionale la cui forte speranza lo spingeva sempre oltre. Le pagine si sfogliavano con piacere e Giulia le girava con brama, come se avesse tra le mani un fossile antico e prezioso che ricomponeva un’eredità storica entro una magnifica cornice. Era incantata. Il maitre agitava le mani come per dirle di sfogliare le pagine, un altro cameriere teneva gli occhi aperti in modo esagerato, Giulia girava le pagine da destra a sinistra scrutandole dall’alto in basso, tutto il suo corpo manifestava uno stupore senza limiti, si era trovata partecipe di una collezione preziosa di viaggi, cacce al tesoro, storie, racconti, e una dichiarazione, nella lettura stava cambiando ancora e forse non sarebbe più guarita da quella metamorfosi. Si pensi ad un cuore come un gendarme, improvvisamente sciolto dei propri strati, costretto a cambiare per adeguarsi ai mutamenti- tornerà indenne dal viaggio, o smarrito, rinascerà dalle proprie ceneri per opera di un cuore più ostinato che la tocca intimamente con passione?

Due prospettive aveva davanti, due prospettive che si confondevano: una di queste, era continuare la propria vita così come la disegnava per se stessa, una prospettiva basata sull’arte, sì, ma anche su di un rigore che seguiva i dettami della testa; era una vita sicura, di energie che le arrivavano dal di fuori e avvenivano e rimanevano nel cervello;  l’altra, ignota, le dava il brivido dell’orizzonte, di qualcosa di enigmatico. E sarebbe stato ancora così, finché non avesse rivisto Filippo.